domenica 26 agosto 2012

Art.sy



Art.sy is a new, controversial way to discover and buy art. The website launched by the 24 years old Carter Cleveland is the son of the digital revolution that transformed an unthinkable mass of tangible spaces and objects in digital form.  Imagine combining the stylish and fascinating layout of the Google Art Project with the Amazon recommendation algorithm, imagine then a website which aims at attracting the wealthiest people in the world in a unique art marketplace accessible any time anywhere. This is Art.sy.
A minimalistic but functional interface guides virtual visitors through the white walls of the gallery. A simple browse system allows choosing style, region, medium and subject of the pieces available: navigating through the hundreds of pictures and paintings is undeniably straightforward.
Every time we click on a work an algorithm will show similar pieces underneath. By simply starring a work it will be automatically added to our private gallery where it will be readily accessible for display in the future.
It takes only a few minutes to realize the quality of the collection; it’s no surprise that behind it there is one of the most influential American art dealers: Larry Gagosian.
Since Art.sy is a for-profit website most of the works are on sales and prices are usually shown or can be requested contacting our private specialist.
The website manages to be user-friendly and at the same time recreates that aseptic environment typical of nowadays art galleries.
But what is left afterwards? There is no participation of the viewer without the work put in a physical context. Everything is flattened: light, the supreme companion of every artist is splatted on the works with deadly uniformity.
Art.sy is an interesting business idea on the wake of the success of Amazon or Pandora, it is also a powerful tool to broaden one’s artistic horizons in an effortless way and it will be probably solve some geographical difficulties of well-off art lovers. Nevertheless looking through the high quality images of Art.sy is an experience closer to leafing through an Ikea catalogue than visiting an art gallery.

sabato 3 dicembre 2011

Arte straniera

Trasferirsi dall'altra parte del mondo significa sperimentare una serie di nuove esperienze, tra queste c'è anche l'entrare in contatto con nuovi artisti, nuovi soggetti, nuove prospettive.
Qui di seguito alcune immagini di due artisti che mi hanno piacevolmente colpito durante la mia visita alla National Gallery of Victoria di Melbourne: Sidney Long, painter australiano influenzato profondamento dallppart nuveau, e Maynard Dixon, artista americano che agli inizi del '900 riscoprì il vecchio "West".






sabato 19 novembre 2011

Hiroshi Yoshida


Artista giapponese dalle forti influenze occidentali, Hiroshi Yoshida diventa noto nei primi del novecento grazie alle sue stampe e ai suoi acquerelli raffiguranti paesaggi di tutto il mondo.
Ispirato dal suo amore per la montagna (era infatti un appassionato scalatore)e per il mare, Yoshida ha realizzato opere ammalianti e poetiche che hanno conquistato il cuore di molti cultori dell'arte in particolare americani.

domenica 6 novembre 2011

fotoricordo


Certe foto hanno un significato particolare perchè riecono a risvegliare ricordi e stati d'animo.

Una spiaggia di sabbia bianca, il tramonto, due bambini che giocano col mio amico Paolo, siamo in Portogallo, spensierati, ci facciamo trasportare da una gioia semplice.

lunedì 31 ottobre 2011

Ben Howard - Old pine



Immagina una surfata in un pomeriggio autunnale, stai tornando indietro e stai provando a rivedere le linee che hai fatto in acqua, le traiettorie e gli errori, ci provi ma poi ti perdi a pensare al sole che ti illuminava il viso e quasi non ti faceva vedere la line up, e poi pensi a quel tuo amico che non vedevi da tanto e con il quale hai condiviso due ore di puro benessere fisico e mentale..
questa canzone è la colonna sonora dei tuoi pensieri

domenica 30 ottobre 2011

Riflessione 1

Quando arrivo all'aeroporto devo ammettere che sono felice, vedo in lontananza i miei genitori e quel coso peloso che è il mio cane che fa già salti alti un metro e mezzo. Sono le due del pomeriggio. Già dopo poche ore sento che manca qualcosa, mi aggiro svogliato e nullafacente per casa, cercando rifugio tra un libro di Follet e la filosofia di Antonio Gramsci su wikipedia.

Penso all'Australia, è quasi tutto a posto, anzi no, devo fare la carta d'identità, è ridotta peggio della mappa del tesoro in un cartone per bambini. Esco, cogliendo al volo la scusa per farmi un giro, e mi dirigo verso Sampierdarena bassa. E' da un anno quasi che non metto piede in quella zona di Genova.

Le case paiono più scolorite del solito, sarà forse per quel bel sole autunnale che a Genova è in grado di regalare giornate dal sapore estivo, o sarà perchè stanno realmente invecchiando come le persone che le abitano.

La lunga strada che costeggia il porto merci è invasa da macchine da entrambi i lati della carreggiata, tonnellate di metallo accalcate sotto i portoni delle case.

Arrivo in comune, entro.

Tre donne stanno chiaccherando all'ingresso, immagino che siano le vittime delle code chilometriche tipiche degli uffici comunali. Mi sbaglio. Sono tre dipendenti.

Prendo il biglietto ed entro. E' come un flashback. All'improvviso mi sembra di essere a Tunisi, i muri bianchi che perdono vistosi pezzi di intonaco, fogli di carta ingialliti appesi alla meno peggio ai muri per indicare i servizi offerti, vecchi manifesti di eventi culturali dalla grafica in voga nei primi anni '90, quando c'era ancora qualche soldo da sputtanare.

Penso a Londra, alle belle case di Hampstead, al canale di Little Venice, al parco di Regent e alle ville dell'outer circle.

Esco, un poliziotto mi vede salire in macchina. Mi guarda e mi fa una battuta sul mio posteggio sgangherato, sorride e se ne va.

Ripenso a Londra. Quella non è la realtà, è una città che vive di pezzi di carta che promettono cose che forse un giorno esisteranno, dove i ragazzini fanno la rivoluzione per avere una tv al plasma, dove il carnevale ha il retrogusto del ghetto.

Nei giorni sucessivi rivedo amici e conoscenti, parlo di mutui da strozzini, contratti determinati che si ripetono senza soluzione di continuità, disatstri naturali che mettono in ginocchio il levante ligure.

Eppure nella tristezza della situazione italiana c'è tanta dignità e voglia di andare avanti.

"Non avrò più un soldo in banca ma almeno avrò una casa mia, mi va bene così.."

"Mi lasciano a casa per potermi rifare il contratto a tempo determinato, un anno, forse, sto lavorando bene, mi terranno.."

"Domani mattina partiamo per le cinque terre con la protezione civile, andiamo a dare una mano.."

E' un bagno nella realtà, mi rinfresca, mi ricorda da dove vengo, cos'è l'Italia, dove devo andare. Mi sento un pò vigliacco, ma so che tornerò.

Magari ciò che manca qua è solo una gioventù più sognatrice.

Forse, ma i sogni sono cari.